Dopo anni di tentativi, finalmente il bridge entra in una delle nostre università, e precisamente nell’Università degli studi di Salerno.
La classifica, per il 2019/2020, delle università italiane, elaborata dal Censis, vedeva proprio la citata università del Sud al 6° posto tra i mega atenei statali, per la gioia dell’ASD Due Fiori Bridge Salerno, che si è vista protagonista del seminario didattico “La statistica nel gioco del bridge”, seminario organizzato dalla professoressa Marialuisa Restaino, docente di “Statistica” nel corso di laurea triennale in “Scienze dell’Amministrazione e dell’Organizzazione”.
La professoressa Marialuisa Restaino non merita presentazioni e il suo curriculum parla chiaro: poco più che quarantenne, vanta un dottorato in Ingegneria ed Economia dell'Innovazione, due Master e la docenza dei corsi di “Statistica”, “Analisi Quantitativa del Rischio Finanziario”, “Analisi Statistico-Matematico dei Mercati Finanziari” e “Analisi statistiche per le Ricerche di Mercato”.
Chi ha avuto la fortuna di incontrarla è già a conoscenza della sua competenza, della sua bravura nell’insegnamento e della sua disponibilità; disponibilità che ha manifestato anche in questa occasione, cedendoci ben 4 ore per introdurre il bridge e farci dimostrare come statistica e probabilità abbiano una piena applicazione pratica anche negli “sport delle mente”.
A far da tramite tra la nostra ASD e la citata professoressa è stato il giovane dottore commercialista Amleto Soldani: allievo di 1° anno del corso di bridge tenuto dalle due maestre della Due Fiori Bridge presso “La Sequoia – Pellezzano”, Amleto è anche impegnato in un corso di dottorato, portando avanti, con l‘Università di Oviedo e con PriceWaterhouse & Coopers, un progetto di ricerca avente ad oggetto lo studio delle interrelazioni fra la normativa Gdpr e l’intelligenza artificiale.
La prima a presentarsi, in questa lunga lezione, è stata la presidentessa e maestra della ASD Due Fiori Bridge Salerno, Maki Guariglia che, dopo i saluti istituzionali, ha offerta una panoramica generale del nostro gioco, del come e perché sia una “sport delle mente” e di come questa ginnastica mentale possa aiutare memoria, logica, strategia nonché indurci a giocare in amicizia divertendosi.
Maki è stata seguita da Amleto che, rifacendosi brevemente al suo progetto di ricerca e all’uso delle reti bayesiane (e, pertanto, alle concatenazioni delle probabilità), ha offerto una breve dimostrazione di come i soliti “giochi di fortuna e/o azzardo” hanno un fiLO conduttore comune: la sconfitta.
Concludendo con “la fortuna non esiste, nel lungo periodo, e i giochi “non” di abilità sono studiati perché alla lunga non si possa che essere sfortunati”, Amleto mi ha ceduto il microfono. Per un’ora e mezza il protagonista assoluto della lezione è stato “il gioco della carta”: come si realizza una presa, carte vincenti ed affrancabili, piano di gioco ed impasse.
Chiaro a tutti il gioco della carta, siamo passati al calcolo combinatorio, alle probabilità (a priori e a posteriori) e, conseguentemente, a cosa è più probabile, e quindi da scegliere, mentre organizziamo il piano di gioco:
- “meglio sperare sui resti 3-3 o giocare l’impasse?”
- “son più probabili i resti 4-2 o il doppio impasse?”
- “possiamo, in questa giocata, sommare più chance”?
- “visto che siamo scoperti in un colore, è meglio giocare subito sui resti 3-3 quando hai AK secchi per QTXXX o ricorrere all’impasse in un altro seme?”
Dopo un po’ di mal di testa, e le facce - solo di alcuni - ancora non troppo convinte che si fa l’impasse anche AKJx per xxxx (ma solo dopo aver battuto un onore), mi è sembrato doveroso “cacciare le carte” e metterli tutti a giocare.
Con mio stupore, tanti sono rimasti a giocare, e tanti mi hanno ascoltato quando gli ho solo vagamente presentato il nemico numero uno: il “bidding box”. Li rivedremo? Beh…noi, ovviamente, ci speriamo!
Rossella Benincasa