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FIGBCampania

  • Il BRIDGE è lo "Sport della Mente".

  • La Federazione Italiana Gioco Bridge è riconosciuta dal CONI e ne fa parte dal 1993 in qualità di Disciplina Associata.

  • Giocare a Bridge permette di mantenere giovane la mente, migliorare la concentrazione e la propria memoria.

  • Il bridge è diffuso a livello mondiale e si organizzano tornei, nazionali ed internazionali, campionati mondiali ed olimpiadi.

  • Giocare a Bridge può diventare per tutti un’attività agonistica e può essere praticata sia a livello dilettantistico che professionistico.

La corazzata Potëmkin approda a Salsomaggiore

Novembre, solitamente, è il mese degli “allievi” e dei “non agonisti” e, anche quest’anno, la Campania ha avuto qualcuno in difesa dei nostri colori.

 

Otto, in tutto, i nostri portabandiera, ovvero:

  • Adinolfi Enrico, Adinolfi Mauro, Migliore Alessandra, Parisi Daniela, Soldani Alfonso, Soldani Amleto e Sorgente Mario Camillo, per l’ASD Due fiori bridge Salerno;
  • Alessia Zaccaro, unica rappresentante Napoletana, precisamente per il Bridge Partenope.

Con l’intento di “diversificare il rischio”, i nostri prodi sono stati divisi in 4 squadre:

  • Squadra Adinolfi – 1° anno (con i due fratelli, Alessia e una ragazza di La Spezia);
  • Squadra Migliore – 1° anno (con Alfonso ed Alessandra ed una coppia di Forte dei Marmi);
  • Squadra Amateis – 1° anno (con Amleto confuso in una comitiva di Torinesi);
  • Squadra Zappa – Trofeo 2°/3° categoria (con Mario, Daniela e una coppia di La Spezia).

Tutti gli occhi erano puntati sul 1° anno, sia perché la prima esperienza va monitorata, sia perché tra gli schierati c’era “la gioventù”, alla quale è stato rivolto un tifo più accanito.

Al termine del secondo incontro i capitani delle due squadre Due Fiori, Mauro ed Alessandra, in difesa del loro ruolo, avevano già sollevato più volte la loro principale lamentela: “questi non sono allievi di 1° anno, ci stanno fregando”. Al terzo turno mi sono sentita in dovere di supervisionare e, effettivamente, diverse coppie facevano ricorso a Cue Bid Miste, Splinter, Trial Bid e Turbo (udite udite), fermo restando che la carta, la vera amica di ogni giocatore, era giocata da tutti quasi allo stesso modo (e non aggiungo nulla sul modo). Ritornato Mauro, coi suoi 13 anni, di nuovo a lamentarsi, li ho riuniti tutti ed ho esordito con la mia pontificata quotidiana: “siamo venuti a giocare per battere chi è meno mozzarella di noi, no a vincere con chi è più mozzarella di noi, se no che sfizio c’è?”.

Di mani ne avrei tante da raccontare, ma mi limiterò a quelle grazie alle quali hanno ottenuto “premi”.

La nostra Alessandra vince il premio “miglior difesa” visto che, con una 6-6 (K sesto di cuori e KQ sesto di fiori), ha difeso strenuamente, sul silenzio del compagno, contro le picche degli avversari, esclamando fiera “la mia Maestra ha detto che con le 6-6 devo essere l’ultima a parlare”; la nostra cara Alessia, che in coppia con Martina non ha trovato la giusta difesa, ha invece esclamato “ma anche io sono stata l’ultima a parlare…son stata l’ultimo passo”: da all’ora, però, le mani sbilanciate non sono state per lei più un mistero, e se in partenza avevamo una Alessia un po’ timida, al ritorno abbiamo consegnato al bridge Napoletano una tigre, tanto da renderla la vincitrice del premio “migliori competizioni”.

Al nostro Amleto va il premio “miglior controgioco”: l’unico attacco che batteva un 4 Cuori era piccola sotto asso terzo di quadri, ed è stato puntualmente individuato, per l’1 down dell’avversario; Amleto ha confessato che il “peccato” è stato commesso anche un’altra volta, esclamando fiero “noi sappiamo che non andava fatto ma ci è andata sempre bene e ci siamo capiti” …e beati loro!

Ad Alfonso va il premio “miglior alert”: si è auto-alertato che il suo 2Q sull’apertura di 1NT della compagna non era sottocolore perché la federazione li aveva vietati (ebbene sì, al 1° anno erano vietati – divieto poco seguito - sottocolori e sottoaperture) ma mostrava semplicemente “una bella quinta di quadri”; l’auto-alert con spiegazione del suo compagno non è bastato ad intimorire Alessandra, che ha insistito con un 3 Cuori (super-accettazione???), conducendo i nostri prodi ad un 3NT portato a casa.

A Mauro va il premio “miglior compressione” grazie ad un 6 Picche chiamatosi da solo in cui, il più giovane di casa, vistosi con le spalle al muro, ha intrapreso l’unica strada tecnicamente fattibile, ovvero la compressione nei colori rossi, e portato a casa il suo piccolo slam: dopo un lungo momento di gioia ed abbracci dei suoi compagni di squadra, si è reso conto che la sua avversaria si era compressa da sola, ma il premio è doveroso per aver individuato, quanto meno, la strada migliore.

Ad Enrico il premio dei “contro”, il più ambito dai veri amanti del mitchell (peccato giocassimo a duplicato): i suoi contro sono sempre stati delle vere “spade di Damocle” ed hanno sempre colpito facendo incassare anche i famosi 1100.

Arrivando alle note dolenti, però, siamo costretti a dire che nessuno, al termine della qualificazione, è riuscito ad entrare nella finale, ma doveroso è ricordare che Enrico e Mauro si sono piazzati primi nella butler del consolation A ed Amleto, invece, quarto nella butler del consolation B.

Più difficile, invece, è stata la gara per i nostri allievi “più esperti”: dopo una lunga ricerca in giro per l’Italia, non siamo riusciti a trovare altri allievi che potessero far squadra con loro e così i nostri Mario (allievo 2° anno) e Daniela (allieva 3° anno) si sono visti scaraventati nel trofeo 2° e 3° categoria, trovandosi ripetutamente difronte giocatori con ben altre esperienze rispetto alle loro.

Di Daniela c’è poco da dire: sempre precisa e puntuale, tecnicamente sopra media per un allievo 3° anno, ha poco da rimproverarsi, se non l’assenza di esperienza che troppo si è fatta sentire nelle difese e nelle competizioni non prontamente individuate: a lei, che tra due mesi dismette la maglia di allieva, siamo contente di dare il premio “miglior allieva”, nella speranza che venga presa in considerazione nelle “campagne acquisti” per il campionato societario.

Al nostro poeta Mario va, invece, il premio più importante, ovvero il premio “playboy”: alla domanda sul come avesse fatto a fare 5 Cuori contrate (dove si fanno solo 8 prese) lì dove gli avversari avevano 7 Picche di battuta la sua risposta è stata “prima avevo appoggiato la mano sul braccio della signora, e da lì nun è capit chiù niente”.

                                                                                                                                          Rossella Benincasa

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